Dalla inequivocabile - forse doppia ? - presenza umana specchiata e perturbante in “Io sono Tu / Tu sono Io” di Beatrice Lezzi (1996), alla reificazione del corpo di “Inerme – Inerte” di Marinella Consigli (1995), con i suoi dittici in cui la materia si fa forma evocativa di stati d’animo ansiosi, in preparazione di un “Divenire Altro” che è al tempo stesso parte di noi, ma anche elemento esterno non familiare.
Ciò culmina quindi nelle “Microparti” di Matteo Emiliani (1996): qua, la dissonanza percettiva raggiunge livelli parossistici dal momento che l’autore ci pone davanti a pezzi di corpo umano volti a destabilizzare la nostra sicurezza emotiva, generatori di quell’unheimlich freudiano che ci intimorisce e ci fa riflettere, facendoci sempre più allontanare dal dato fisico, concreto, mondano.
Infine, le doppie “Texture” di Mirko Gliatta (1996), autore che ha scelto di trascendere completamente la materia fisica in nome di una approfondimento formale che apre scenari su di un mondo altro: l’acme del percorso di smaterializzazione progressiva.
Forme pure che offrono - forse - una speranza di riconciliazione con tutto ciò che è altro da noi.
Fare tabula rasa di noi stessi, rompere lo specchio e guardarci oltre, scegliere una nuova pelle, indossare nuovi occhi, per una nuova nascita: questo è SCAMBI | diventare altro.
La mostra è visibile fino al 12 dicembre compreso.